Scrivere fa bene, è una terapia a volte miracolosa.
Ecco una guida passo-passo che ti aiuterà ad ottenere SUBITO benefici tangibili contro la gelosia del passato.
Come? Con la writing therapy.
Leggi tutto l’articolo, più in fondo troverai alcuni suggerimenti e la struttura da seguire per iniziare a scrivere della tua storia.
1. Introduzione
2. Scrivere fa bene, lo dice la psicologia
3. Vincere la GR scrivendo
4. Cosa NON scrivere (se vuoi evitare di fare peggio)
Ad oggi sono passati circa 8 mesi da quando ho avviato questo sito.
GelosiaRetroattiva.net è il primo spazio web italiano interamente dedicato alla disagio della Sindrome di Rebecca.
Dopo un primo periodo passato in sordina – tra le posizioni più basse nelle pagine di ricerca su Google – il progetto ha lentamente iniziato a riscuotere popolarità.
L’obbiettivo è aiutare chi cerca di capire qualcosa in più circa questa dannata gelosia dell’ex, diventando il punto di riferimento sul web per il tema.
Lentamente e poco alla volta le visite sono cresciute.
Parliamo di volumi molto piccoli, sia ben chiaro.
Quasi mai GelosiaRetroattiva.net supera le 40 visite uniche al giorno.
Nonostante ciò si tratta di numeri sufficienti affinché il sito riceva numerose richieste di contatto via posta elettronica o tramite la pagina Facebook.
Personalmente provo, nel possibile, a rispondere un po’ a tutti.
Nascono scambi di e-mail contenenti vicende in fondo tutte un po’ simili tra loro.
Vite di donne e uomini, ragazze e ragazzi, assillati dal loro malessere.
Storie di esseri umani smarriti che hanno paura di perdere la persona amata, ma che al contempo proprio non riescono ad accettare quel suo passato.
Solitamente tendo a non sbilanciarmi eccessivamente durante queste conversazioni.
Non sono un psicologo, non ho alcuna competenza in merito la valutazione dei comportamenti della mente umana.
Provo a non essere sterile, a non giudicare.
Le mie risposte si concentrano piuttosto sul far passare quella che da tempo è la mia idea di fondo in merito la vera natura della gelosia retroattiva:
ovvero, quella di un disagio che nasce dalle nostre ristrette visioni, antiquate, romantiche, stupide e limitate.
Visioni che sono figlie dalla società nella quale viviamo, così ipocrita e contraddittoria, dove ancora una sposa arriva all’altare di chiesa in abito bianco (sai che dovrebbe intendere quel colore?) o una ragazza viene etichettata come troia se si concede a del sesso occasionale.
Visioni che sono figlie delle nostre famiglie sbandate e alla deriva, tra valori mancanti o, se ci sono, in netto attrito tra di loro.
Visioni che sono figlie delle TV accese ogni pomeriggio, ogni sera, a trasmettere stereotipi sballati di donna e uomo, idiozie così diseducative e distanti dalla realtà che viviamo.
Visioni che sono figlie di un’idea dell’amore sbilanciata ed errata, legate alla cultura del possesso, dell’idea che quella persona “mi appartiene”, e con essa le sue scelte passate, nel bene e – nel nostro caso – nel male.
Visione che sono figlie di un filosofia di vita davvero pessima e ristretta, che non guarda al migliorarsi e al voler crescere ma all’accettazione del presente come destino assegnato, similmente al passato composto da gioie e dolori che furono, e sempre nella sciocca e nostalgica atmosfera del “se stava meglio quando se stava peggio”.
In questi messaggi, in queste e-mail a volte lunghe, a volte telegrafiche, provo a fare domande.
Chiedo della storia d’amore.
Poi quesiti legati proprio a quelle visioni di cui sopra.
“Ti sei mai chiesto che significato ha per te la verginità?”, a chi non sopporta che la propria ragazza abbia avuto il primo rapporto con un altro.
“Ti sei mai domandata cosa lo spingeva a cambiare partner ogni 3 mesi prima di incontrarti?”, a chi non regge il pensiero che l’uomo che sta per sposare ha avuto in passato numerose relazioni mai durature.
“Che visioni hai del sesso?”, a chi impazzisce per i precedenti rapporti dei propri partner e si è rassegnato convincendosi che non potrà trovare una persona in grado di stargli vicino.
È incredibile come molte volte ricevo risposte di persone che mi dicono:
“Non ci avevo mai pensato”.
Come è possibile?!
Spesso smettiamo di farci domande, smettiamo di ricercare il senso delle cose che ci circondano e delle nostre azioni.
Chi soffre di gelosia retroattiva è in questo un vero maestro: si ferma lì, nelle sue stupide convinzioni e pensa che tutto non dipenda dalla sua volontà e dal suo pensiero.
E sai cosa succede PUNTUALMENTE, in ogni mail dove qualcuno risponde ai miei banali interrogativi?
La persona scrive, elabora il proprio pensiero, si dilunga magari in altre analisi e mi ringrazia, dicendomi:
“Grazie, davvero. Credo che scrivere mi stia facendo bene, mi sento molto meglio dopo averti descritto la mia storia e risposto alle tue domande”.
Bene, è proprio qui che volevo arrivare.
Per esperienza, dopo decine e decine di mail scambiate con altri gelosi retroattivi, e dopo pagine di articoli e riflessioni, sono certo di poter affermare che
scrivere della propria storia, analizzarla e porsi nuovi interrogativi non solo fa bene, ma è di eccezionale supporto per vincere e superare la gelosia del passato e degli ex!
Scrivere fa bene, lo dice la psicologia
A parte la mia esperienza diretta la psicologia ha versato fiumi di inchiostro studiando e comprovando quanto faccia bene scrivere.
Traduco velocemente la pagina Wikipedia dedicata alla writing therapy (la versione in italiano non è stata ancora redatta, esiste solo in lingua inglese):
La writing therapy, scrittura terapeutica, è una forma di terapia espressiva che utilizza l’atto di scrivere ed elaborare la parola scritta come terapia.
La scrittura terapeutica sostiene che scrivere ciò che si prova facilita gradualmente a sostenere i sentimenti di un trauma emotivo.
La scrittura terapeutica può avvenire individualmente o in gruppo e può essere somministrata in compagnia di un terapeuta o in remoto tramite posta elettronica o internet.Il campo della scrittura terapeutica è adattato da molti professionisti in varie specializzazioni.
La terapia è di solito somministrata da un terapista o un consulente.
Esistono diverse possibilità di intervento online.
Capigruppo di scrittura lavorano anche in ospedali con pazienti affetti da malattie mentali e fisiche. In dipartimenti universitari aiutano gli studenti nell’auto-consapevolezza e auto-apprendimento. Quando somministrata a distanza è utile per coloro che preferiscono rimanere anonimi e non sono pronti a rilevare personalmente i propri pensieri e le proprie ansie in situazioni faccia-a-faccia.
Come la maggior parte delle terapie, la scrittura terapeutica è adatta ad un vasto utilizzo in una vasta gamma di malattie, comprese la nevrosi, il lutto, la diserzione e l’abuso.
Moltie di queste terapie assumono la forma di classi in cui i pazienti scrivono di temi specifici scelti dal terapeuta o dal consulente. Le assegnazioni possono includere la scrittura di lettere mai realmente inviate a specifici individui, vivi o morti, seguite da risposte immaginarie del destinatario o da parti del corpo del paziente, oppure dialoghi con oggetti (la bottiglia dell’alcolista, ad esempio).
OK, questa è solo la breve introduzione della voce ma ci lascia perfettamente intendere come la scrittura terapeutica sia applicata dalla psicologia in numerose situazioni ben più serie e problematiche dalla Sindrome di Rebecca (con tutto il rispetto ma credo che abusi e alcolismo siano problemi di vita molto più gravi dell’ossessivo pensiero su cosa abbia combinato il nostro partner prima di incontrarci, e già questo dovrebbe farci riflettere).
Ora se trovi il tema affascinante come lo è stato per me ti consiglio di approfondire:
- cerca di James Pennebaker, uno psicologo statunitense che ha dedicato gran parte dei suoi studi al tema
- leggi questo report PDF dedicato allo studio sperimentale della scrittura autobiografica dello stesso Pennebaker.
Descrivere le situazioni difficili della propria vita, cercando di chiarire ciò che si pensa e si prova al riguardo, serve non solo a fare chiarezza in se stessi e a “sfogarsi”, come sanno molte persone che tengono un diario, ma può anche migliorare lo stato generale di salute, favorire l’efficienza personale e modificare in senso positivo gli atteggiamenti e le relazioni interpersonali. James Pennebaker ha inaugurato un filone di studi mirati a chiarire gli effetti della scrittura espressiva e i meccanismi psicologici e psicofisiologici che si attivano traducendo in parole traumi ed esperienze stressanti.
Ho raccolto infine per tua comodità un paio di spunti e articoli più generici che spiegano:
- cosa è a scrittura terapeutica
- quanto faccia bene scrivere
- come si tiene un diario terapeutico (ma non è l’unica forma che puoi utilizzare)
- il diaro personale in un’ottica meno psicologica ma di crescita personale
Vincere la gelosia retroattiva scrivendo
Ma come affrontare la scrittura per ottenere benefici e sconfiggere la propria gelosia del passato?
Come ti ho già detto sopra, le persone che mi dicono di stare meglio ringraziandomi per averle invitate a scrivere non hanno di certo iniziato con profonde analisi esistenziali.
Semplicemente il primo passo è stato versare su foglio (elettronico) e tastiera le proprie emozioni.
Ecco da dove cominciare:
1. Descrivere la situazione
Descrivi la situazione che tanto ti fa star male per come è andata, come fosse un racconto.
Inizia parlando della vostra storia, come vi siete conosciuti, in che occasione, quali erano le tue emozioni dell’epoca.
Racconta poi i primi problemi di gelosia, quando sono arrivati e come si sono sviluppati.
2. Descrivi il tuo pensiero e le tue sensazioni
Scrivi ora in merito i tuoi pensieri e le sensazioni che hai provato e ancora provi in merito quelle vicende che tanto ti feriscono.
Parla di come stai male quando arrivano gli attacchi. Descrivi cosa senti dentro di te.
Immagina e scrivi come credi che l’altra parte ti veda durante essi. Ti dispiace?
Analizza come sei cambiato: riporta quali erano le tue aspettative all’epoca dell’incontro con la persona che ami e come esse sono mutate col tempo.
3. Chiediti perché
Ora che hai una serie di punti sui quali agire e lavorare, rileggili.
Mettili in discussione.
Perché non riesci ad accettare che abbia baciato quel tizio prima di te? Che significato attribuisci a quella sua azione? Cosa ha di imperdonabile? Avresti agito di sicuro diversamente al suo posto?
Perché non ti piace l’idea abbia fatto l’amore con un’altra persona? Pensi non sia normale provare attrazione verso altre persone. Pensi il sesso vada vissuto solo a certe condizioni? Perché?
Hai paura del passato perché credi possa ripetersi nel futuro, che certe azioni possano essere nuovamente commesse?
4. Ti sentirai meglio!
Gli studi di Pennebaker hanno già dimostrato in modo scientifico tantissime cose, ma l’inconfutabile evidenza empirica è che riversando in modo intimo e definitivo la propria storia, e cercando di fare chiarezza su emozioni e pensieri annessi… si sta meglio.
Prenderai maggiore coscienza di te, del tuo vissuto e delle tue idee.
Non è una cosa da poco, ma un passo importante verso la conquista della serenità.
Sfrutta tutto ciò a tuo favore per combattere il mostro della gelosia, inizia a scrivere di te.
Cosa NON scrivere (se vuoi evitare di fare peggio)
È bene considerare che – come riportato in uno degli articoli linkati – sì, scrivere fa bene, ma se si affronta tale pratica nel modo giusto.
Per essere concreti se pensi di voler iniziare a buttare giù righe di pianto rabbioso su quanto lei sia stata cattiva nell’andare con altre persone prima di incontrarti o su quanto sei certa lui abbia amato più la sua ex che te, non ci siamo.
Anzi, potresti sortire l’effetto contrario, andando con la scrittura a rafforzare quelle idee e quei sentimenti ampiamente negativi che, detto tra noi, sarebbe il caso lasciare alle spalle.
Cerca quindi di non incanalare ciò che scrivi nel verso sbagliato.
Prova a seguire lo schema che ti ho suggerito precedentemente.
Inizia sicuramente nel descrivere la tua storia e situazione, senza alcuna valutazione in merito.
Prosegui parlando delle tue emozioni. Ma non lamentarti!
Concludi analizzando e discutendo le tue idee, in modo positivo e non giudicante nei confronti della persona che ami.
E andrà sicuramente meglio.
Foto tratte da Google Immagini.
ciao ho letto questa tua pagina e personalmente la trovo molto interessante perchè purtroppo attualmente mi trovo in una stazione di gelosia retroattiva, posso parlartene??
Ciao Ilaria,
ti rispondo con un po’ di ritardo perché per me è un periodo molto pieno.
Scrivimi pure, trovi come fare nella pagina Contatti.
Leggerò sicuramente la tua e-mail. Non ti assicuro risposta immediata ma, da come hai letto nell’articolo, già solo scrivere la tua storia ti sarà di grande aiuto.
Ciao Ilaria, hai poi risolto il tuo problema?Vorrei conoscere persone con cui poterne parlare.. sono 15 anni che ne soffro, eppure solo adesso ho iniziato a fare veramente qualcosa. Mi farebbe piacere iniziare a fare alcuni confronti con chhi come me ha questo problema e sconfiggere una volta per tutte questo malessere infinito. Avrei piacere di aggiungerti su fb, se per te non è un problema. Credo che entrambi ne avremmo un grande beneficio… se vuoi puoi farlo tu.. Ti mando la mia mail, se vuoi scrivimi li. Grazie.
stefano84_dj@hotmail.it
Ciao a tutti, ho letto un po di articoli é ho trovato spunti interessanti.
Avrei bisogno di un confronto sulla mia situazione di gelosia retroattiva.
Ho bisogno di uno spazio di confronto con chi é nella mia stessa situazione potrebbe aiutarmi.
Ciao Gaetano,
sono contento il sito ti abbia offerto nuovi spunti.
Permettimi però di dirti la mia sul confronto con altre persone nella tua stessa situazione:
potrebbe essere un inutile spreco di tempo ed energie!
Ti spiego velocemente perché la penso in questo modo (e spero di poter realizzare presto un articolo al riguardo per aggiornare un po’ il sito, fermo da un pezzo):
tu, come altre persone sei in una vasca e non sai nuotare.
Stai affogando.
Di certo non puoi chiedere aiuto a chi come te ha difficoltà anche solo a restare a galla!
Hai bisogno di qualcuno che ti guidi nel modo giusto e ti faccia concentrare sulle bracciate corrette da eseguire, evitando i movimenti che invece sono solo uno spreco di energia.
Per questo su questo sito consiglio sempre di rivolgersi ad una figura precisa.
Quella figura non sono io, non è un amico.
Ma un bravo psicologo o psicoterapeuta.
È colui che possiede gli strumenti giusti per guidarti nei movimenti corretti a sostenerti in acqua, per non andare giù.
Cercare il confronto con altre persone è giusto. Ma occorre “selezionare” il destinatario del confronto se vogliamo che esso si rilevi costruttivo.
Salve…mi chiamo Gianluca e per colpa di questa dannata gelosia retroattiva ho e sto mandando la mia meravigliosa storia d’amore a ” puttane” ( mi scuso ma è così).
Dopo quasi 3 anni, sempre per gli stessi pensieri, i suoi ex, ma non geloso delle storie d’amore vissute, ma di quei rapporti sessuali che ha avuto ( si è fatta prendere in giro ) con parecchi uomini.
Lei è stata una donna tradita, che ha scoperto il tutto e magari ha sentito la cosa di mettersi in gioco, ma io sono riuscito a sapere quasi tutto, spiando face, whatsupp, messaggi… e quando penso a quello che ho saputo e viste le foto coi suoi ex… divento un pazzo, e per farle del male, l’ho spesso anche tradita. Lei cmq sempre dolce e super innamorata di me. Adesso da qualche giorno siamo separati, lei non dorme a casa ,io nervoso e ho ripreso contatti con altre donne, vado con loro ma la testa è sempre a lei.
Alle volte la odio, detesto, auguro il male, poi mi pento e la vorrei accanto a me, ma quando sento una canzone che sentiva con ex o qualche nome di ex, mi viene un dolore allo stomaco e… sto impazzendo, spacco tutto… poi mi calmo e … non voglio figli da lei perchè le ho dato della puttana , non ho stima di lei, ma mi manca… tanto…vado anche da uno psicoterapeuta… che fare della mia vita? Se ci lasciamo , l’idea che va con un altro…
ciao pensa che pure io mi chiamo Gianluca e sono nella tua situazione